p. 3
Muti mestiere! Torni alla politica, all'azione sociale, a ricostituir leghe, a tener comizii, a redigere autointerviste; ribattezzi la sua Rivista e vi appiccichi di nuovo l'aggettivo sociale; e se Le riesce di arraffare uno scanno a Montecitorio, vi si pianti ben bene, e di là fulmini reazionarii e camorristi, interrompa oratori, proponga disegni di legge, e cerchi di esser lievito a questa triste vita parlamentare imprimendole un più gagliardo ritmo.... Ma lasci la filosofia; non è affar suo. Non che Le manchi una certa destrezza; anzi le sovrabbonda. Se i rapporti fra storia, filosofia e fede stessero com'Ella dice, non si capisce davvero come tanti pensatori vecchi e nuovi vi si siano logorati intorno per tanto tempo. Con la sua facile fraseologia labriolesca si accomodano tutte le faccende in un attimo: il grosso del mobilio di provenienza crociana, qualche drappeggiamento della ditta Calò e C.i, una grande imbiancatura neo-scolastica, e l'appartamento è in ordine. Peccato, che tutto ciò si sfaldi ed ammuffisca pure in un attimo. La filosofia è una virago assai fiera e non ammette scherzi; e una dedica-prefazione a un padre Billot è uno scherzo di cattivo genere.
◄ Back | Fascicolo 1 |
Next ► |